Foglio di collegamento 4a Domenica di Pasqua

Signore Gesù, ti ho appena ascoltato pregare il Padre così: «Tu hai mandato me e io ho mandato loro».
Ti fai garante davanti al Padre tuo della mia missione sacerdotale.
Questa missione mi sgomenterebbe se non sapessi che è un tuo dono e un invito di fedeltà verso di te.
Tu non vuoi che il tuo Sacerdozio inaridisca e la tua Presenza nel mondo finisca.
Tu mi hai mandato perché la missione, che il Padre ti ha affidato, non diventi sterile.
Però, Signore, ho nell’anima due pesi.
Perché il mondo sembra così poco colpito dalla presenza del mio sacerdozio?
È vero che io lo incarno con opacità e povertà che scoraggiano me prima degli altri.
Ma, Signore, è il tuo Sacerdozio! E mi pare di avere dei diritti.
Signore, irrompi nella mia vita come solo tu puoi fare e sai fare, perché io diventi un sa-cerdote meno opaco, meno ingombrante, meno pigro, meno insignificante; perché sia trasparenza del tuo Sacerdozio.
E poi, Signore, perché siamo così pochi?
Sembriamo destinati a diventare più pochi ancora,
tanto che alle volte ci pare di essere padri senza eredità e senza figli.
Perché questa crisi delle vocazioni sacerdotali che angustia la tua Chiesa? Perché?
Ho letto tanti libri, mi hanno dato tante spiegazioni.
Ma io voglio saperlo da te. Non mi so rassegnare.
Perché, Signore? Il tuo Vangelo mi grida: «Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe».
Mi pare di capire che si prega troppo poco perché questi operai vengano mandati.
Io stesso, non so assediarti con una speranza e con una fiducia che non si placano, con un fervore che non si arrende.
Signore, prego poco! Te ne domando perdono!

Card. Anastasio Ballestrero

 

 

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