Foglio di collegamento settimanale

Dopo il discorso pronunciato nella sinagoga di Cafarnao, di cui l’ultima parte è rivelazione sacramentale eucaristica che propone Gesù stesso come cibo e bevanda, nutrimento dell’esistenza di fede, molti dei suoi ascoltatori manifestano la loro difficoltà ad ascoltare, aderire e seguire Gesù. Il Signore, di fronte a questa crisi, sfida la loro fede e li costringe a decidersi. Accade così che molti si tirano indietro e non vanno più con lui, cessando così di essere seguaci e discepoli. Il Signore si rivolge al gruppo più intimo dei dodici e rivolge loro la sfida: volete andarvene? Pietro, a nome di tutti, risponde con la grande professione di fede: Tu solo hai parole di vita eterna, noi abbiamo creduto che tu sei il Santo di Dio. Il titolo «Santo di Dio» indica l’identità di Gesù nel suo rapporto unico con Dio. Solo Dio è santo.
Gesù entra in questa identità. La sua unione con Dio, la sua intimità con Dio gli permette di stare in parità con lui. Egli è il Santo di Dio.
Il Vangelo presenta così due risoluzioni della crisi determinatasi tra i seguaci di Gesù nel suo ministero in Galilea: dei discepoli lo lasciano per sempre, i Dodici, per bocca di Pietro, riconfermano la loro fede in lui, la loro piena fiducia nel Signore e nella sua parola di vita eterna. Poi Gesù rivelando lo Spirito disse: è lo Spirito che dà la vita, le mie parole sono Spirito e vita. Gesù rivelando comunica lo Spirito vivificante, che lo anima, comunica la vita che rende partecipi i credenti della natura divina. Per ricevere questi doni occorre credere. La fede in Gesù discrimina gli uomini: quelli che credono nel Signore sono giustificati, liberati dal peccato, salvi; quelli che non credono si collocano dalla parte della privazione della salvezza con libera scelta.

 

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