Foglio di collegamento settimanale

Nella corsa che non porta da nessuna parte, fermiamoci un attimo. Alziamo lo sguardo al volto del Signore e ascoltiamone la voce che ci chiama per nome e sa rintracciarci in mezzo a tutti. Per ognuno egli ha in serbo una chiamata, un compito, una chance.
La vocazione è il tesoro nascosto, la perla consegnata ad ognuno. Preziosa e irripetibile. Come posso non rispondere? È questo il senso della responsabilità. È il muovermi dopo essere stato chiamato, soccorrere dopo essere stato perdonato, amare perché a mia volta, da sempre, sono amato. È una responsabilità che lega a un amore unico, quello di Cristo e dei fratelli. È una gioia perché lui ha pronunciato il mio nome sin dal grembo materno. Lui ci viene in soccorso sempre.
La proposta di Gesù, troppo impegnativa, fa paura al giovane, che si allontana triste. Il cuore dell’uomo può ingannarsi. È l’inganno dell’autosufficienza, del bastare a se stessi, l’inganno del possesso dei beni come sicurezza e felicità della vita. Quando un cuore è così «fasciato» da presunte ricchezze, la proposta di Dio in Gesù può suonare come una minaccia o un attentato al proprio quieto o inquieto vivere.
Così deve essere parso al giovane del racconto, e così a tanti giovani oggi, prigionieri di se stessi e di una vita ricca di cose e povera di senso.
Occorre riconoscere che tutto è dono, a cominciare dalla vita, per essere liberi di donare e di donarsi. Finché ci si crede artefici di se stessi, il possesso dei beni e delle ricchezze è la miglior arma di difesa contro l’assalto degli altri, del mondo, contro l’assalto di Dio. Da Gesù ci si può allontanare, ma non gli si può impedire di amarci.

 

 

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